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QUESTO E’ IL MIO PAPA’

“Questo è il mio papà”.

Così si intitola il primo capitolo de “La figlia femmina”di Anna Giurickovic Dato. A queste prime parole il mio fiato si è sospeso, e mi sono buttata a capofitto nella lettura.

Il romanzo è un intreccio tra il passato e il presente; prima a Rabat, in Marocco, e poi a Roma. La narratrice principale è Silvia, che ripercorre la storia della sua famiglia, una storia il cui quadro è contornato da un segreto inconfessabile e  vergognoso.
La figlia Maria, adesso, ha tredici anni e vive in Italia da sola con la madre. I genitori farebbero di tutto per  proteggere i propri figli dal male proveniente dal mondo esterno, ma quando esso risiede all’interno delle proprie mura domestiche, quelle che ci dovrebbero sostenere e tutelare, è difficile riuscire ad aprire gli occhi.

Forse i segnali c’erano, e a posteriori la donna li riconosce, li individua. Ma l’amore che provava per quell’uomo le impedì di accorgersi di ciò che avveniva a pochi passi da lei, oltre un semplice muro. Eppure, quando le parole sono indicibili, il corpo parla. Maria ha parlato, a modo suo, nel corso degli anni; con le sue tendenze all’autolesionismo, con le grida, con i disegni che faceva da bambina. Con la sua insonnia, le infinite camminate in giro per la casa di notte, con le sue tendenze sessuali precoci manifestate in ambiente scolastico, un po’ troppo esplicite per una bambina così piccola.

“Lei che mi ricordava ogni giorno di quanto fossi un fallimento. Lei, che con la sua furia voleva costringermi a vedere, io non vedevo niente”.

Maria è sicura che non sarà ascoltata o creduta dalla madre poiché, a detta sua, possiede il diavolo all’interno del proprio petto, un diavolo inserito nel suo corpo da qualcuno che non è in grado di individuare, o forse con il quale è nata. Un tipo di linguaggio, questo, che, se proveniente da un essere così piccolo e fragile, ci fa riflettere e soffrire.

Ciò che risveglierà nella donna i pensieri e gli antichi ricordi legati al tragico passato in Marocco, sarà una cena organizzata con il nuovo compagno di Silvia; Antonio. Finalmente la donna è tornata ad amare, e decide che sia giunto il momento per la figlia di conoscere il suo nuovo fidanzato. Le ansie e le paure legate ai comportamenti e agli atteggiamenti scostanti e incontrollabili della ragazzina sembrano acquietarsi data la tranquillità e il clima disteso con i quali la cena si avvia. Dopo, però, un iniziale sospiro di sollievo, ciò che viene rappresentata nel corso del pasto è una Maria ambigua e seduttiva, che ci ricorda tanto la Lolita di Nabokov.

Più volte sarei voluta entrare nella storia, prendere Maria, abbracciarla e portarla via da quella casa. Ma non ho potuto far altro che assistere, lasciandomi trascinare dalle tristi vicende di questa famiglia.

 

Roberta

 

  • Titolo: La figlia femmina
  • Autore: Anna Giurickovic Dato
  • Editore: Fazi
  • Numero pagine: 183
  • Prezzo: 16 €
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