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Fuori dalla mente del protagonista

Anima   – Wajdi Mouawad

“Gli umani sono soli. Malgrado la pioggia, malgrado gli animali, malgrado i fiumi e gli alberi e il cielo e malgrado il fuoco. Gli umani sono sempre sulla soglia. Hanno avuto il dono della verticalità, e tuttavia conducono la loro esistenza curvi sotto un peso invisibile. C’è qualcosa che li schiaccia. Piove: ecco che corrono. Sperano nella venuta della divinità, ma non vedono gli occhi degli animali che li guardano. Non sentono il nostro silenzio che li ascolta. Prigionieri della loro ragione, la maggior parte di loro non faranno mai il grande passo dell’irragionevolezza, se non al prezzo di un’illuminazione che li lascerà esangui, e folli. Sono assorbiti da ciò che hanno sotto mano, e quando le loro mani sono vuote, se le portano al viso e piangono. Sono fatti così.”

Questo è uno dei libri più belli che io abbia mai letto. È crudo, pesante, duro e a tratti pauroso. È il libro che ci fa chiedere “perché sono ancora qui a leggerlo?”. E la risposta viene naturale: perché è grandioso. È un inno agli animali, alla natura, al selvaggio.

Ed è uno schiaffo alla brutalità umana. Gli animali, pur uccidendo e smembrando, lo fanno per fame, lo fanno per istinto. L’animale non sa cosa sia la cattiveria, non sa cosa sia la crudeltà.

Wahhch Debch è il protagonista, e quando arriva a casa all’inizio del libro si trova davanti lo spettacolo che nessun uomo meriterebbe mai di vedere. La moglie assassinata, pugnalata nel ventre. Ventre che all’interno custodiva il sigillo del loro amore.

Da un libro che inizia con l’assassinio di una donna incinta, non possiamo certo aspettarci una storia leggera, con poco pathos. E infatti è così. A rendere il tutto ancora più avvincente è il fatto di avere come narratore non il protagonista, ma qualunque tipo di animale che si presenti sulla scena, in quel momento. Ogni capitolo ha il nome latino dell’animale o insetto narrante (cani, gatti, ragni, scimmie, volatili appollaiati sugli alberi vicino alle finestre…).

Quindi non è un libro comune, non sentiamo mai cosa pensa il protagonista (e questo inizialmente mi ha stranita), non entriamo nella sua testa, non ci sono lunghi dialoghi interiori, possiamo solo basarci sulle azioni che fa. Esattamente come facciamo quando giudichiamo gli animali.

Questa particolarità ci permette di vedere il punto di vista di ogni animale verso ciò che sta succedendo, e notiamo come gli animali possano capire molto più di noi stessi solo guardandoci per un breve momento, rispetto a quanto possiamo fare noi avendoci davanti per tutta la vita. Qui parla il ragno:

Sono riuscita a sentire la sua natura, a individuarla all’interno. Al di là dell’apparenza umana dietro la quale si camuffava, quell’uomo era avvolto da una tela invisibile con fili di una seta nata dalla propria carne, è la bestia odiosa che lo teneva prigioniero e che si nutriva delle sue viscere, altri non era che lui stesso. Era la propria preda e la propria trappola.”

Anima è un libro che scorre molto velocemente, è irruento e vi sembrerà di correre insieme al protagonista alla ricerca dell’assassino di sua moglie. Perché lo sta cercando? Non per vendetta, ma per guardarlo in faccia e avere la certezza di non essere stato lui. Per essere sicuro di non avere quella crudeltà in corpo.

Quindi dopo aver abbandonato casa sua parte alla ricerca di quest’uomo lungo tutto il Québec, e qui prenderemo visione, con occhi diversi, con gli occhi delle vittime, della cattiveria dell’essere umano in ogni sua forma e verso ogni creatura vivente. Ci saranno momenti anche di caccia e lotta tra animali, ma capiremo che non è questo che ci fa ribrezzo, perché questo è naturale.

Quello che non è naturale sono le tragedie create dall’uomo, che questo libro denuncia apertamente: oltre al viaggio e al dolore, un tema molto caro allo scrittore è quello della violenza. Mouawad è Libanese, esattamente come il protagonista, e nel libro vediamo come la storia abbia solo un fine possibile: il ricordo di quelle tragedie immonde che sono le guerre. Parlo del 1982, a Sabra e Chatila, con l’invasione israeliana del Libano.

Non dico niente di più, ma vi consiglio di andare in libreria oggi stesso per sapere come finirà l’odissea di quest’uomo.

“L’umano è un corridoio stretto, bisogna andarci dentro per sperare di conoscerlo.”

Brigitta

  • Titolo: Anima
  • Autore: Wajdi Mouawad
  • Editore: Fazi
  • Collana: Le strade
  • Numero pagine: 496
  • Prezzo: 18,50 €

 

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