«È il momento in cui ogni parola inizia a svanire prima che possa essere trascritta o addirittura letta, è in quel momento che ti accorgi di qualcun altro che a sua volta sta facendo ipotesi sulla loro conversazione, cerca di indagare chi sono, cosa faranno. Di quel qualcun altro, non si sa quasi nulla. Nemmeno la sua esistenza è certa in questa fase. Ma una cosa la sai: se quell’uomo che cerca di osservare esiste, non ha interesse a scrivere la loro storia. Ha altri piani per loro».
Una donna arriva a Parigi, in un giorno che cambierà la Storia del Novecento. Si sistema in un albergo, prenotatole da Martin, il suo fidanzato. Non appena la donna entra nella stanza e sistema le valigie, riceve una telefonata da un uomo sconosciuto che sa tanto di lei e di Martin, forse troppo. L’uomo dall’altra parte della cornetta dice di chiamarsi Leon e si professa amico di Martin, mentre la donna, Barbara, non sa se credergli oppure no. Non l’ha mai sentito nominare.
Si apre così Konfidenz di Ariel Dorfman, autore cileno-americano nato in Argentina. Dorfman è uno degli scrittori contemporanei più apprezzati sia negli Stati Uniti sia in America latina. È autore di romanzi, pièce teatrali e saggi. In Italia, sempre per Edizioni Clichy, è stato pubblicato, nel 2019, il suo romanzo I fantasmi di Darwin.
È difficile definire questo libro perché, apparentemente sembra un thriller politico, ma, nel corso della lettura, questa patina da romanzo al cardiopalma si perde per lasciare spazio a un romanzo allegorico sulla Verità.
Per me, Konfidenz è stato il romanzo giusto al momento giusto. Luglio è stato un mese difficile, tra la fine della sessione e un apparente ritorno alla normalità. Ogni anno, guarda caso sempre a luglio, resto impantanato con le letture. Non è colpa dei libri che scelgo di leggere, quanto della stanchezza psico-fisica che mi porto dietro. Sappiamo tutti che quest’anno è stato particolarmente duro un po’ per tutti noi. Durante il lockdown, paradossalmente, ho letto di più rispetto al mio solito, non sono stato bloccato né dall’ansia né dall’impossibilità di uscire. Ora, invece, con questo ritorno a un’agognata normalità, mi sento un po’ perso e devo ritrovare l’equilibrio tra le letture e la vita altra.
Finito questo intermezzo personale, vi spiego come mai Konfidenz è stato quel libro sblocca blocco del lettore (scusate il bisticcio di parole). La prosa di Dorfman è magnetica. Davvero, non si riesce a posare il libro perché, ad ogni dettaglio rivelato, viene voglia di sapere se Leon riuscirà a convincere Barbara a continuare la loro conversazione telefonica oppure no. Un altro punto a favore del libro sono gli “intermezzi” in corsivo che depistano e, pian piano, svelano una presenza/assenza inquietante.
«I poveri idioti non sanno cosa significa sognare ogni notte della loro vita una donna perfetta, una donna sconosciuta, non sanno cosa significhi aspettare senza alcuna reale speranza che la mattina dopo, quando scendi per strada, ti appaia miracolosamente, non sanno cosa sia organizzare tutta la propria esistenza in modo da essere preparati per il giorno in cui lei deciderà finalmente di avvicinarsi a te nella cieca realtà della luce del giorno».
In generale, Konfidenz è un libro inaspettato, ad ogni capitolo cambia la percezione del libro. Dorfman sembra dare degli indizi e voce alla versione che crediamo (o vogliamo credere) sia quella vera. Inoltre, in questo romanzo si vedono le due anime dell’autore: quella sudamericana, dedicata ai passaggi più onirici e poetici del libro; quella americana, per il gioco, tipico del postmodernismo, con il genere e il lettore. Questo dualismo mi ha fatto apprezzare ancora di più il libro perché, come tutti i buoni libri degni di questo nome, mi ha sorpreso, lasciato domande irrisolte e convinto fino in fondo. Dorfman, poi, scrive in maniera magistrale: lascia il giusto tempo allo svolgersi della vicenda, senza affrettare il corso degli eventi. Chapeau.
Una nota di merito va fatta a Fabio Cremonesi e Micaela Uzzielli per aver reso vive e credibili le voci di Barbara e Leon. È anche merito loro se il libro è così scorrevole e godibile.
«Se qualcuno la osservasse, potrebbe pensare che esiti, che tardi a rispondere. Quella pausa, ammesso che ci sia davvero, dura appena un istante. Poi la donna esclama: “quello che mi piacerebbe sapere è perché Martin…”».
Dopo aver letto Konfidenz, sono curioso di leggere altro di Dorfman perché, penso, sia uno degli autori internazionali più originali della contemporaneità.
Se volete leggere un thriller diverso, cervellotico e inaspettato, allora, Konfidenz è il libro che fa per voi.
Ringrazio, come sempre, Edizioni Clichy per avermi omaggiato di una copia del libro.
A presto,
J.
Titolo: Konfidenz
Autore: Ariel Dorfman
Traduttore: Fabio Cremonesi e Micaela Uzzielli
Casa editrice: Edizioni Clichy
Numero pagine: 207
Prezzo: 17€