“Gli sconfinamenti patologici dell’amore non solo sfiorano ma si sovrappongo non all’esperienza amorosa normale, e non è sempre facile accettare l’idea che una tra le esperienze più universalmente importanti possa sconfinare nella psicopatologia.”
La vita di Joe Rose viene sconvolta durante un pic nic nella campagna inglese, nei pressi di Oxford. Si trova lì per festeggiare il ritorno della sua compagna Clarissa, dopo mesi di viaggio per motivi di studio. Clarissa insegna all’università, Joe è un divulgatore scientifico, con una carriera da professore mancata. Durante il pic nic vedono una mongolfiera, guidata da un uomo distratto, con dentro un bambino impaurito e pietrificato. La mongolfiera sta precipitando e si avvicina sempre di più verso i cavi dell’alta tensione. È a questo punto che un gruppo di uomini, sconosciuti prima di adesso, rincorre la mongolfiera per salvare il bambino. Lui sopravvive, ma una vittima ci sarà lo stesso.
Il morto è un medico, padre di famiglia, uomo avventuroso e marito premuroso. Un uomo morto per un motivo eroico: è l’ultimo ad essersi staccato dalla mongolfiera, non la voleva lasciar andare, voleva salvare il bambino e pensava che rimanere appeso fosse l’unico modo per farlo. Purtroppo si è sganciato troppo tardi.
Un incipit davvero d’effetto, non trovate? Un preambolo ad una storia piena di assurdità, che mette in crisi la capacità critica di chi vive la storia e di chi la legge.
Uno degli uomini sopravvissuti è Jed Parry, un ragazzo con il codino, vestiti logori e un grande fanatismo religioso. Dio è il centro dei suoi pensieri e suo unico amore sconfinato. Almeno, l’unico prima di conoscere Joe.
Dopo l’evento sconvolgente della mongolfiera Joe e Clarissa vivono giusti momenti di sconforto, di paura e di riflessione. Loro sono una coppia dolce, passionale, senza figli, ma con tanti bambini intorno che li tengono più uniti e creano il clima di famiglia che vorrebbero. Sono una coppia che dialoga e che si tiene stretta nei momenti difficili. Finché…
Finché arriva Jed. Questo ometto che non ispira nessun tipo di simpatia o pietà rovinerà gli equilibri della coppia, apparendo e scomparendo nei momenti meno opportuni farà addirittura dubitare tutti e tutte della sua esistenza, anche noi che lo leggiamo. Jed è ossessionato, maniacale, folle d’amore per Joe, tanto da leggere in tutto ciò che il suo amato fa, un segnale per lui.
Toccare la siepe è un segno. Spostare la tenda vuol dire comunicare qualcosa. Jed lo sa. E questa ossessione non è criticabile (come si dice in gergo tecnico).
Non starò qui ad approfondire le manie e le ossessioni amorose di Jed, ve le lascio scoprire. Invece metto l’accento sulla poca credibilità che Joe acquisisce quando nota di essere seguito da questo ragazzo un po’ disturbato (un po’?). Credibilità messa in dubbio da tutt*, anche da noi.
Quanto può essere soggettiva l’interpretazione della realtà? Quanto può portarti fuori strada la paura?
“Viviamo avvolti dentro una nebbia percettiva in parte condivisa ma inaffidabile, e i nostri dati sensoriali ci arrivano distorti dal prisma di desideri e convinzioni che alterano persino i ricordi.”
La paura non è solo di Joe, ma anche di Clarissa e della moglie del medico tristemente deceduto. Ogni personaggio più approfondito ha le sue paure e le sue ossessioni. Quindi, cosa troviamo di diverso, tra loro e Jed? (Probabilmente una diagnosi di patologia psichiatrica, dico io, ma il senso l’avete capito… “Siamo tutti matti” eccetera, eccetera).
Scritto magistralmente, con una storia che cattura e fa rimanere incollati alle pagine, McEwan riesce a tirare fuori un altro lato dell’animo umano, quello malato. Racconta eventi e vicende oscuri e tetri, incorniciati dalla precisa e intoccabile campagna inglese, creando un contrasto fortissimo. Parla di tradimenti di fiducia e tradimenti della mente, che divaga e abbandona il corpo in preda al terrore.
Anche McEwan in alcuni momenti divaga un po’, e ammetto di aver fatto fatica a seguirlo. Non perché sia difficile, perché ha una scrittura talmente fluida che non si può trovare borioso, ma piuttosto perché pensavo solo a voler andare avanti nella storia. Volevo sapere come andava a finire e volevo sapere cosa sarebbe successo a questi uomini così ossessionati e queste donne così invischiate in una storia assurda e macabra.
Si trova di tutto, ossessioni per il lavoro, per il futuro, per l’amore, per il passato, ossessioni sull’amore di Dio e ossessioni per rinnegare Dio.
McEwan ha creato un romanzo partendo dal concetto filosofico che attanaglia l’essere umano da sempre: la realtà è davvero così, o è solo una mia costruzione mentale?
*rumore di bomba che scoppia per finale ad effetto*
Brigitta
Titolo: L’amore fatale
Autrice: Ian McEwan
Casa editrice: Einaudi
Numero pagine: 252
Prezzo: 12€