Premetto che sono un appassionato di letteratura francese e sono sempre alla ricerca di nuovi autori da scoprire. La settimana scorsa mi sono imbattuto in Delphine de Vigan, una scrittrice che mi aveva sempre attirato, ma non sono mai riuscito a trovare nulla di suo in biblioteca. Fortuna vuole che, con la nuova campagna di acquisti della mia biblioteca civica, io sia riuscito, finalmente, a incontrare la scrittura della de Vigan.
Sono partito dal suo ultimo romanzo “Le fedeltà invisibili”, edito Einaudi, che sta riscontrando un grande successo in Francia.
È un romanzo breve ma dolorosissimo, perché racconta il sempre più difficile rapporto tra genitori e figli con gli affetti, le ombre e il non detto che accompagna ogni famiglia.
La storia di Théo e Mathis è una di quelle che non lasciano indifferenti. Théo è un dodicenne con i genitori separati. Sua madre porta un rancore insuperabile nei confronti del marito che l’ha tradita, infatti, quando il bambino torna da casa del padre, lo costringe a lavarsi prima di parlargli e lo vede come “contaminato” dall’ex marito. Il padre è un uomo distrutto dalla vita, non riesce a vivere perché ha perduto tutto e sopravvive in uno stato di abbandono. L’unico che può capire Théo, è Mathis, ma anche lui vive in una situazione di latente disagio. I due, durante le ore di lezione, si nascondono dietro ad un armadio e iniziano a bere alcolici. Prima per gioco, poi diventano assuefatti all’alcol. Mathis capisce che Théo beve sempre di più per riuscire a placare i propri demoni e per annullarsi. La situazione di Mathis è più serena, fino a quando la madre non scopre che il marito, di notte, diventa un’altra persona e sfoga l’odio represso commentando, con acredine e violenza, i post sui social network.
Hélène è l’insegnante di scienze dei due, con un passato di violenza famigliare ed è l’unica ad accorgersi del segreto di Théo e a cercare di avvisare la famiglia e la scuola. Nessuno le dà credito, anzi, viene accusata di provare un’ossessione malsana per i due ragazzi.
La particolarità del libro è nello stile della de Vigan perché alterna la narrazione in prima persona (personaggi femminili), alla narrazione in terza persona (la vita di Théo e Mathis). Così da offrire una duplice visione della storia, una più partecipata e una più fredda. Questa scelta stilistica mi ha colpito molto, non solo per l’alternanza dei due punti di vista, ma anche per la precisione quasi “chirurgica” con la quale riesce a descrivere i sentimenti e i pensieri di tutti i personaggi.
Sicuramente cercherò di leggere altro della de Vigan perché mi sono piaciuti sia il suo gioco letterario, sia la bravura nell’architettare una storia che tiene col fiato sospeso come un buon thriller.
Alla fine resta solo da svelare cosa sono le fedeltà invisibili e fino a quanto posso salvare o dannare i loro depositari, ma questo compito lo lascio a voi.
“L’altra sera ho cercato di spiegare la sensazione di conto alla rovescia che mi opprime da qualche giorno, come se fosse stato caricato a nostra insaputa un contaminuti e stesse passando un tempo prezioso senza che potessimo sentirlo, portandoci in corteo silenzioso verso qualcosa di assurdo di cui non siamo in grado di immaginare l’impatto.”
Alla prossima recensione!
Jaro.
- Titolo: Le fedeltà invisibili ( Les Loyautés)
- Autore: Delphine de Vigan
- Editore: Einaudi
- Numero pagine: 134
- Prezzo: 17€